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    Ricerca

    Nel campo della ricerca, il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell'Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli si dedica prevalentemente allo studio della fisiopatologia cardiovascolare e respiratoria nonché della nefrologia ed endocrinologia. Nel triennio 2011-12-13, l’attività scientifica del Dipartimento si è estrinsecata nella pubblicazione di 310 articoli scientifici su riviste internazionali ad alto fattore di impatto.

    “Tra gli studi più significativi sono da menzionare quelli relativi alla fisiopatologia delle sindromi coronariche acute come l’infarto miocardico e l’angina instabile. Un filone di ricerca molto attivo è focalizzato sul ruolo dei processi infiammatori mediati dall’attivazione del sistema immunitario come causa principale dell’insorgenza delle sindromi coronariche acute, mentre un’altra linea di ricerca, sempre nell’ambito delle sindromi coronariche acute, è il ruolo di alcune proteine, come il ‘Tissue Factor’, coinvolte nell’attivazione della cascata coagulativa nella fisiopatologia della trombosi coronarica”.

    Altre ricerche importanti sono state rivolte alla semeiotica strumentale dell’apparato cardiovascolare, come nel caso delle indagini rivolte alla valutazione dell’applicabilità di tecniche di imaging non invasivo (ecocardiografia) durante test provocativi di ischemia miocardica. Risultati originali (tra i primi pubblicati in Italia e nel mondo) sono stati riportati in tema di diagnosi precoce delle cardiopatie congenite mediante l’ecocardiografia prenatale con puntualizzazioni riguardanti la metodologia e l’impatto clinico nell'ambito della diagnosi precoce delle varie cardiopatie congenite, permettendo l’identificazione precoce dei neonati portatori di gravi cardiopatie congenite e il loro eventuale trattamento.

    In campo cardiochirurgico ci si è dedicati allo studio dei bypass aorto-coronarici mediante metodiche di imaging non invasive, come la risonanza magnetico-nucleare, la cardio-Tc coronarica e l’ecocardiografia da stress farmacologico. Sempre in ambito cardiochirurgico, un importante filone di ricerca è rappresentato dallo studio della bicuspidia aortica, alterazione congenita della valvola aortica spesso associata a patologia dell’aorta ascendente. Importanti ricerche sono state condotte in tale ambito, arrivando a chiarire i meccanismi fisiopatologici di questa condizione. Particolarmente interessanti sono gli studi su modelli matematici, rappresentati dalle indagini relative alle modifiche della deformabilità aortica e delle proprietà del flusso ematico attraverso la valvola bicuspide come causa di deformazione e dilatazione dell’aorta ascendente”.

    In campo pneumologico, le principali linee di ricerca si sono focalizzate sullo studio dei tumori polmonari, con particolare riguardo alle metodiche non invasive per la diagnosi precoce, come la tomografia a emissione di positroni e la scintigrafia polmonare. Altri studi sono stati condotti per migliorare le tecniche di chirurgia toracica allo scopo di affinare sia le metodiche invasive di diagnosi precoce delle varie affezioni toraciche sia quelle terapeutiche, favorendo lo sviluppo di tecniche minimamente invasive, meglio tollerate dal paziente e associate a un decorso ospedaliero più rapido.

    Nel settore dell’endocrinologia sono state portate avanti due principali linee di ricerca: la prima ha indagato in dettaglio la fisiopatologia a livello cellulare e molecolare delle varie forme di ipotiroidismo; la seconda ha studiato in dettaglio il ruolo dell’infiammazione nella fisiopatologia del diabete mellito, con particolare riguardo al ruolo della dieta mediterranea come misura terapeutica in grado di migliorare la prognosi dei pazienti affetti da tale patologia.

    In campo nefrologico, si è focalizzata l’attenzione sull’identificazione di marker biochimici per la diagnosi precoce di insufficienza renale; in particolare, sono state condotte importanti ricerche sull’analisi mediante proteomica delle proteine escrete con le urine allo scopo di identificare un marker più precoce di quelli usati comunemente in clinica dell’insufficienza renale. 

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